mercoledì 2 gennaio 2008

SI ALLA MORATORIA CONTRO L'ABORTO




Shalom, in questi giorni ho letto un articolo di Giuliano Ferrara per quanto riguarda una proposta di moratoria contro la legge 194 cioe' la legge sul un tema scottante: l'aborto , sono assolutamente favorevole nonostante ad appoggiarla ci siano anche i cattolici, cosi' come si è arrivati a presentare una moratoria contro la pena di morte andrebbe presentata anche questa anche perche' è in tutti i sensi un omicidio.




STORIA SULLA LEGGE IN ITALIA




Il 1978, ben dopo gli altri Stati, è l'anno della legalizzazione dell'aborto in Italia, con la cosiddetta legge 194. Negli anni Settanta la sinistra (PCI, PSI, PSDI), insieme ai partiti liberal-capitalisti (PRI, PLI), e al Partito Radicale di Pannella, Bonino e Rutelli, con l'appoggio di tutta la grande stampa (specie la Repubblica di Scalfari, L'Unità, Espresso, Panorama e Corriere della Sera) sostiene l'introduzione in Italia dell'aborto libero, gratuito, a spese dello Stato. L'argomento principale a favore di tale legge è l'esistenza di centri di aborti clandestini, che causerebbero lo sfruttamento e talora la morte delle madri: si arriva, con una falsità straordinaria, ad indicare, con cifre altissime, il numero "preciso" degli aborti clandestini, come se fosse possibile conoscerlo, come se non fossero, appunto, "clandestini".




Eppure l'aborto è un delitto orribile, perché colpisce l'innocente, colui che non può difendersi, e perché non rimane senza conseguenze sulla madre, anche se spesso nessuno la avvisa di ciò: anche lei rischia, perché può andare incontro alla perforazione dell'utero e dell' intestino, ad emorragie, alla sterilità, e ad un ossessionante senso di colpa che le può impedire di diventare madre per tutta la vita. Un medico abortista racconta infatti che dopo il primo aborto alcune mamme vanno incontro ad "aborti ripetuti", non perché non vogliano figli del tutto, ma "per autopunizione. Il meccanismo psicologico è: non potrò più essere madre perché ho abortito"




La 194 stabilisce, all'articolo 4, che la donna che vuole interrompere la gravidanza nei primi tre mesi deve rivolgere la sua richiesta ad un pubblico consultorio o ad un medico generico, cioè anche ad un dermatologo, un dentista, un ortopedico o simili. L'articolo 6 disciplina l'aborto dopo i tre mesi in casi particolari. L'articolo 9 riconosce l'obiezione di coscienza a medici ed infermieri che siano contrari a collaborare a quello che ritengono un omicidio, ma li esclude dalla possibilità di far parte dei consultori, le strutture pubbliche in cui la gestante può rivolgersi per un consiglio prima di interrompere la gravidanza. "Secondo lo spirito della legge la gestante deve incontrare sulla sua strada solo personale abortista": il rischio è che personale contrario consigli alla donna di portare a termine la gravidanza, le spieghi cosa l'aborto è veramente, oppure, solo, la inviti a partorire il figlio, invece che ucciderlo, senza riconoscerlo, come è possibile fare secondo la legge italiana. Un figlio non voluto può infatti venir non riconosciuto dalla madre ed essere successivamente adottato da una mamma sterile o comunque desiderosa di una nuova creatura.




Dio ci ha resi esseri liberi




Simone

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non fornicare!
Viviamo in una società che usa il sesso e le relazioni amorose in maniera impropria, prima del matrimonio e durante il matrimonio.
L'aborto è la voglia di cancellare il peccato, una debolezza, un inganno, togliersi un problema ulteriore ad un errore commesso o ad un torto subito.
Una ragazza rimane incinta di un ragazzo che sa che non vedrà mai più, un'altra da chi non si ricorda nemmeno il volto, un'altra da un uomo che non è suo marito a causa di un tradimento, un'altra da una violenza di un branco di canaglie, un'altra da un marito ubriaco che non ha i soldi per mantenergli uno stile di vita accettabile per lei e la famiglia...
Tutte situazioni in cui non vorrei mai essere o vedere una delle persone a me care coinvolte!
Però ricordo che Dio può far nascere santi anche da situzioni così abominevoli, perchè il figlio non ha colpe per i peccati dei genitori ma spesso ne subisce le conseguenze: una vita difficile e che probabilmente lo condurrà a ricommetere gli errori dei genitori, e a volte può costargli anche la vita se non ha la forza per levarsi di torno.
Un feto di certo è la creatura più vulnerabile che esista: senza braccia per lavorare, senza gambe per scappare, senza polmoni per respirare, senza stomaco per mangiare, senza cervello per pensare, ma solo un anima per farsi amare.
Ama il prossimo tuo come te stesso!
Una cosa concreta e più sincera della politica: aiutiamo gli orfani e le ragazze madri nelle preghiere e con donazioni!
Una preghiera sincera di amore fraterno per tutti coloro che credono che l'aborto elimina un problema, io ero uno di quelli e per questo dico: Beato l'uomo a cui Dio rimette i peccati!
Francesco

Anonimo ha detto...

Caro Gioele,
io non so se sia essere umano oppure no. Di certo uno spermatozoo ed un ovulo femminile da soli non sono nulla più che molecole di individui indipendenti destinati ad essere espulsi, se non utilizzati, naturalmente dal corpo dove vivono, sono cioè destinati naturalmente a morire dopo un predeterminato periodo di tempo.
Se non credessi in Dio direi che anche un uomo non è un altro che un elemento destinato a morire, perciò di nessun valore reale se non il suo valore sociale.
Ma credendo in Dio credo nell'esistenza dell'anima ed io credo che l'anima venga inserita in un feto nel momento in cui uno spermatozoo feconda un ovolo, in quell'istante c'è un nuovo essere, una nuova entità che anche scentificamente non può più essere chiamato spermatozoo od ovulo, ma acquista un altro nome: feto.
Ovvero credo che Dio abbia organizzato la natura umana affinchè l'anima venga donata nell'istante in cui due molecole di due individui differenti si traformano in una sola carne.
Ed anche se venisse dimostrato che un feto non è un uomo, come non è un uomo uno spermatozoo od un ovulo, ma semplicemente una molecola primitiva da cui nasce un uomo e che quindi non può soffrire se privato della vita, anche se ciò fosse scientificamnete vero rimane la domanda: Quando Dio dona l'anima ad un uomo?
Per me la risposta è: nel momento in cui due corpi diventano una sola carne: ciò nell'istante in cui nasce il feto: ciò nel momento in cui lo spermatozoo interagisce scambiando energia con l'ovulo femminile.
Perciò la domanda sull'aborto diventa: è lecito togliere dalla terra un anima?
Una domanda che vale anche per l'eutanasia.
Ciao
Francesco

Vivere per Lui ha detto...

Mi pare una posizione la vostra molto dura nella sua chiarezza. Ma non so aggiungere altro perchè molto probabilmente è proprio così, come dite voi. Nella bioetica si discute se il feto sia essere umano o quando precisamente lo diventa. Oppure se sia titolare di diritti come un essere umano dotato di matura personalità come potrebbe esserlo la madre. E io non saprei come rispondere più specificamente a queste cose. Ditemi voi che ne pensate, il feto è già essere umano dalla fecondazione? Joe

6 gennaio 2008 16.30