mercoledì 17 ottobre 2007

Ripubblico un mio pensiero sulla lode, ...Gioele

Amici nella preghiera
Con questo pensiero volevo dire alcune semplici cose circa quello che desidererei per il nostro gruppo di preghiera. In poche parole sento sempre più la necessità di momenti in cui mettere al centro dell’incontro la presenza di Dio e solo dopo tutto il resto. Un momento in cui poter essere completamente saturo, riempito dello Spirito Santo. Sono sicuro che detta così la cosa possa sembrare per nulla nuova, anzi trita e ritrita, eppure mi permetto di dire questo perché guardandomi intorno è da molto tempo che non riesco a vivere occasioni di preghiera veramente autentici. In tutte le riunioni, comprese quelle dichiarate “di adorazione”, alla fine vedo sempre prevalere altre cose: parole e lunghi insegnamenti, profezie che non ti lasciano nulla, persino la forma stessa della lode che prevale sulla lode, marce forzate tra successioni standard di sentimenti (entusiasmo-mestizia-gioia, ecc…), ma soprattutto la leadership…..
Mi spiego. Il pensiero più diffuso a proposito della conduzione di incontri di questo genere è che sia “quello che sta davanti” a dover “condurre all’adorazione” gli altri, e che l’unzione corrisponda a questa capacità del così dipinto worshipleader. Il risultato è che spesso proprio mentre mi sto concentrando per trovare la mia dimensione nella preghiera, vengo distolto da inviti a fare questo o quello e infine dai sempre più lunghi e accorati appelli a “venire avanti”. Ora, che tutto questo possa essere utile in particolari casi (di cui molti sono a me noti) non lo posso mettere in dubbio. Ma che sia l’unico paradigma di lode che io riesca a trovare attorno a me non lo riesco più ad accettare. Non nascondo che non sento neanche più giovamento a pregare in siffatte riunioni, soprattutto poi se a casa mia e da solo o coi miei intimi finisco per ricevere molto di più. E ciò non è giusto. I sostenitori della tesi sulla lode appena detta, ribatterebbero che la lode va governata perché si presentano persone che eccedono nel protagonismo, persone che disturbano e che assumono poi il controllo della parola…per non parlare poi dei demoni. Questa era la perplessità di uno dei pastori che anni fa discusse la cosa con me, e cioè, se si manifesta il demone chi lo scaccia?
Mi è capitato di partecipare alla preghiera dei fratelli rumeni e alle veglie degli africani, e guarda un po’, sono capaci di andare avanti per ore e tutta la notte sperimentando momenti di grande intensità nello spirito senza manifestare apparentemente nessuno di tutti questi pericolosissimi problemi…come mai? Mi ricordo le storie del risveglio che abbiamo avuto qui in Italia grosso modo nella prima metà del ‘900 e mi giungono esperienze di veglie e preghiere fatte con grande fervore e semplicità tra fratelli: battesimi nello Spirito Santo, guarigioni ecc…ma non mi risulta aver mai ascoltato di persone che in questi momenti rovinassero tutto, mai.
La mia domanda è, non sarà vero il contrario? Che un contesto nel quale si distinguano sempre con grande nettezza chi conduce dagli altri non generi poi eversismi, non ecciti alla ribellione al sistema i più eccentrici? In questo senso posso tranquillamente dire di aver visto in sufficienti casi il protagonismo di chi guida e dirige fare molti discepoli. Senza offesa per nessuno, ma se si conduce un momento di preghiera nella semplicità, tra fratelli che si conoscono e che crescono insieme, con il sentimento di dover dipendere tutti gli uni dagli altri io non ho mai visto momenti di preghiera minati così pericolosamente da simili problemi e al limite, quando si sono presentati, si sono risolti molto velocemente con la gentilezza e la discreta intelligenza di chi spontaneamente nella riunione si è applicato a risolverli, semplicemente. Con questo non voglio certo dire che ognuno debba fare come meglio gli pare nel momento di preghiera perché "dove c’è lo Spirito c’è libertà!" finendo invece per cercare di rendere vero il contrario "dove c’è libertà c’è lo Spirito" salvo poi riuscirci molto malamente(1)… Io credo che ad offrirsi come vera linea guida degli incontri sia il sentimento prevalente del gruppo. E’ qui che risiede un buon termine per il dialogo con il Padre attraverso lo Spirito Santo. Ci sono molte ragioni bibliche secondo me perché debba essere così e un’altra volta se vorrete ne parliamo. In ogni caso tutti gli altri partecipanti del gruppo e il woshipleader come uno che ha un po’ di esperienza nel discernere questo sentimento altro non dovrebbero fare che cercare di esprimerlo con rispetto. Io che mi ritengo abbastanza navigato come worshipleader mi sorprendo a sbagliare spessissimo in questo proposito, ma ne sono quasi fiero perché ho visto che altri, nella riunione, altrettanto spesso sanno intervenire meglio di me nella situazione giusta. Perché è il sentimento del gruppo, e lo S. Santo fa vivere tutto il corpo. "Essendo tutti di pari consentimento", "essendo di un sol cuore" credo sia lo stato di un gruppo che abbia saputo camminare a volte con insistenza e costanza finché qualcosa sia accaduto e cioè che il gruppo si sia sentito unito, maturo nel saper valutare i bisogni e le situazioni, ma quello che qui importa è che ciò che li fa vedere uniti è un sentimento. “Di un sol cuore”, di “pari consentimento”… e per qualche motivo abbiamo visto che lo Spirito Santo ha agito benedicendo questo risultato. Come potrebbe essere diversamente da così se il senso primo dell’opera di Dio è l’amore, ovvero di un gruppo la concordia (non dirigismo) ovvero l’unità (non uniformità)? Bene, che ne pensate? Vi abbraccio, .... Joe
1 Anzi in questo senso ritengo sia molto vero quanto osserva il fratello Bracco nel suo “…ma lo Spirito dov’è? ”.

4 commenti:

Vivere per Lui ha detto...

dai gioele!!! sono contento abbiamo ripreso lo spirito giusto, ti voglio bene!!


simone

Anonimo ha detto...

Ciao Gioele,
come mi hai chiesto ho iniziato a guardare il vostro blog.
Sono molto contento che riusciate ad avere uno spazio tutto per voi.
Se mi spieghi come poter scrivere un giorno che avrò qualcosa da dire potrò pubblicarlo.
Comunque questo vuole essere un commento alla tua puntuale ed acuta analisi della lode.
Tutti noi siamo trattenuti dalla sovrastruttura umana che inevitabilmente si forma nella aggregazione e nell'unione di più persone; ogni gruppo ha bisogno di controllo ed io voglio ribadire insieme a te che il controllo noi l'abbiamo ed è lo Spirito Santo. Egli scende su chi fa la prediga inspirato dalla buona novella del vangelo e poi si spande su tutti i presenti, egli fugge i malvagi e lascia arida la terra agli aspri raggi del sole per tutti coloro che hanno deserto nella loro fede.
Ti auguro e mi auguro in tempi così bui di avere angeli al fianco e lampade di luce abbagliante sulle labbra affinchè ci sia gioia e pace nella lode.
A presto
Francesco

Vivere per Lui ha detto...

Ciao Francesco, sono Joe. Grazie per essere arrivato anche tu nel Blog e per avermi fatto arrivare il tuo commento al contenuto di questo post. Sono sicuro che possiamo condividere molte cose con lo sviluppo di questo strumento...hai sentito l'alleluia degli angeli che ha trovato Simone? Bè l'ho trovato imressionante. Per "postare" una tua riflessione, avvisi o quello che riterrai opportuno devi cliccare in alto a destra della schermata principale del blog e mettere il nome utente e la password che ti darò con un sms (che non ho scelto io...che poi è uguale per tutti e puoi darla a chi vuoi). Poi non sei sceso questa domenica...Un abbraccio, Joe

Vivere per Lui ha detto...

Ah... dimenticavo, che ne pensi del quadernino di preghiera? Penso che potrebbe essere un buon modo di sentirci vicini, oltre che, beninteso, di contribuire con la preghiera all'avanzamento del Regno di Gesù intorno a noi. Di nuovo un abbraccio, Gioele